È un dato certo che oggi ci sono sempre più bambini che presentano disturbi alimentari e del comportamento.
A tal fine il Parlamento europeo, per contrastare il preoccupante fenomeno dell’obesità tra i giovani, ha chiesto di inserire nelle scuole tre ore settimanali obbligatorie di attività sportiva.
I dati dell’OMS dicono che circa l’80% dei bambini e adolescenti italiani non fanno abbastanza movimento fisico.
Secondo il parere dell’ex campione olimpionico di scherma Pal Schmitt, presidente della Repubblica ungherese (2010/2012), “l’assunzione di quantità elevate di calorie non è la sola causa del sovrappeso, bensì la carenza di movimento“, i nostri bambini fanno una vita sedentaria e con poco sport, il risultato di tale sedentarietà è quello di mettere in serio pericolo la propria salute.
Le ultime ricerche sulle abitudini comportamentali dei bambini italiani, evidenziano che:
– molti bambini sono in sovrappeso (22,9%) e obesi (11,1%).
– circa una mamma su due di bambini fisicamente non attivi, ritiene che il proprio figlio faccia un’attività motoria sufficiente, tali errate considerazioni sono molto più presenti nelle regioni del sud Italia.
– una considerevole percentuale di alunni delle scuole elementari e medie non hanno completato il processo di lateralizzazione, per cui non sanno correre, fare capriole e altri esercizi di base necessari ad una crescita sana ed equilibrata, tutto ciò andrà a incidere negativamente sulla qualità della vita anche quando saranno adulti.
La vita moderna e la tecnologia inducono l’uomo verso un livello di ipocinesia che a lungo andare porta ad accumulare grasso e a ridurre significativamente lo sviluppo dei muscoli del corpo.
Spesso si dimentica che i ragazzi devono, correre, saltare, sudare, bruciare calorie ma anche acquisire capacità come: velocità, forza, coordinazione, equilibrio, elasticità muscolare e nuovi schemi motori, tutte qualità fondamentali per una formazione completa ed equilibrata.
Praticare sport vuol dire, dunque, migliorare le condizioni fisiche generali, acquisire una maggiore consapevolezza delle proprie capacità e combattere gli effetti perniciosi della vita sedentaria.
Naturalmente, mentre lavorano per acquisire queste capacità fisiche, è importante associare anche alcuni principi cognitivi, culturali e morali che insegnino loro come concentrarsi nell’attività ludiche, nello studio e nello sport; come comportarsi con gli altri coetanei, come utilizzare e canalizzare le proprie energie, mettendole a disposizione di tutti e non solo per il proprio tornaconto.
Attualmente l’attività ludica sportiva che viene offerta a livello istituzionale dalla nostra scuola è insufficiente e poco motivante, per cui, sempre più spesso, le famiglie si affidano alle associazioni private che offrono servizi di accoglienza e di formazione sportiva di diversi generi.
Tuttavia non tutte le associazioni sono qualificate e in grado di seguire i bambini, soprattutto quei bambini che presentano problemi di apprendimento e di socializzazione, per questo è bene distinguere e informarsi per capire quale attività sportiva sia più consona ai propri figli e, di conseguenza, seguire le reali attitudini dei bambini.
Forse non tutti i genitori sanno che una buona scuola di karatedo propone ai giovani un percorso completo, sicuramente difficile da trovare in qualsiasi altro sport occidentale.
Praticando il karate, i ragazzi, oltre alla forma fisica, acquisiscono i principi del rispetto e dell’autocontrollo, evitando così di alimentare egoismi personali e comportamenti devianti che troppo spesso sfociano poi in atti di bullismo o di emarginazione verso se stessi o gli altri bambini.
Iscriversi ad una scuola di karatedo comporta seguire con assiduità i corsi (almeno 2 lezioni a settimana), comprendere la filosofia, la storia, la disciplina, il rispetto e la cultura millenaria legata alla pratica di un’arte orientale e assimilare gli insegnamenti di un maestro per poi divenire un giorno un adulto equilibrato e migliore.
Da qui l’invito alle famiglie di iscrivere i propri figli a gruppi sportivi seri e ben organizzati, a prendere in considerazione l’alto valore formativo che le arti marziali offrono, ad essere in primis d’esempio nel
svolgere regolarmente l’attività fisica, a collaborare con le associazioni del territorio per incentivare i propri figli uno stile di vita sano ed equilibrato.
Maestro Ciro Varone, cintura nera 8° dan