Piatto ricco… mi ci ficco!!!

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Gli chef stellati lo chiamano “mappazzone”, i nutrizionisti piatto bilanciato, i fighetti pokè, i milanesi schiscetta…insomma chiamalo come vuoi, ma sempre di piatto unico stiamo parlando. Quindi di un unico piatto o di un’unica ciotola in cui proprio buttiamo dentro (termine poco elegante) tutto quello che mangeremo durante un pasto.

L’obiettivo di questa settimana, quindi, è conoscere e valutare ciò che mangiamo. Il piatto unico a te piace? A me moltissimo e chi mi segue sulle mie pagine social ormai sa che mi diverto un sacco a postare le foto dei miei abbinamenti culinari (sebbene io sia una cuoca non particolarmente capace, ho sempre la speranza di poter essere d’aiuto o fonte di ispirazione per qualcuno). Lo preparo spesso, sia per la sua praticità che per il gusto di unire tanti ingredienti e mescolarli tra loro. A renderlo così speciale sono la sua semplicità e la fusione di molteplici ingredienti, che assunti da soli non ci darebbero poi tanta soddisfazione ma che messi tutti assieme in un unico piatto si esaltano a vicenda.

Io personalmente non sono una grande viaggiatrice ma chi, al contrario, il mondo lo conosce e lo scopre durante le proprie vacanze, sa che nella maggior parte dei Paesi esiste questo modo di comporre il piatto. Vi riporto solo qualche esempio: in Nepal amano il Dal Bath, riso cotto a vapore accompagnato da una speziatissima zuppa di lenticchie e tante altre verdurine. In Giappone si mangia il Ramen, spaghetti di frumento serviti in brodo di carne e/o pesce e verdure. In Brasile abbiamo la Feijoa de la Moqueca, stufato di pesce alle verdure. Sulle isole thailandesi non può mancare un buon curry di riso basmati al profumo di cocco. Insomma, in tutto il mondo il piatto unico fa parte della cultura di tutte le popolazioni. Anche tu ne avrai assaggiati diversi, senza magari aver mai pensato che fosse proprio un piatto unico. Ma poi, alla fine, sai realmente che cos’è il piatto unico? Te lo illustro brevemente. Si tratta di uno schema di composizione del proprio pasto, creato dall’università di Harvard (scienziati eh?!? Mica i primi a caso) che ci guida nella composizione del nostro pasto. La suddivisione è questa: immaginiamoci un piatto…il 50% di esso (quindi la metà) deve essere occupata dalle verdure (attenzione…anche la frutta è considerata all’interno di questo 50) poi il 25%, quindi un quarto del totale del piatto, è dedicato ai carboidrati come pasta, riso, farro, quinoa, quello che vuoi insomma ed il restante 25% è lasciato alle fonti proteiche, che possono essere la carne, il pesce, le uova, legumi, formaggi, tofu ecc.

Da questo schema, a mio avviso, ci vuol poco quindi a trarre una rapida conclusione (che ti avranno già detto in tanti e che anche la scienza ci suggerisce) ovvero quella di mangiare tante verdure!!! E tu ora mi dirai: “e i grassi? Dove sono? Ad Harvard se li sono scordati?”. No che non se li sono scordati, solo che non occupano una percentuale specifica ma si consiglia di aggiungere olio per condire oppure altre fonti di grassi buoni per completare il piatto (ad esempio semi oleosi, frutta secca, avocado ecc.). A questo punto forse ti sta sorgendo un altro dubbio: ma serviva per forza uno scienziato di Harvard per fare questo calcolo? Per dividere un piatto in tre parti? Beh effettivamente no, Harvard ha solo creato lo schema ed ha messo per iscritto quello che già veniva fatto in tutto il mondo. E quelli che ritengono che la poké bowl sia solo una moda, in realtà Harvard li zittisce tutti. Questa tipologia di piatto, infatti, ha davvero comunque tanti vantaggi. Il primo che viene in mente è che mettendo tutto in un piatto solo riusciamo a bilanciare meglio quello che stiamo mangiando, senza dimenticarci di quelle benedette verdure di cui ti parlavo prima. Nel 50/25/25 ci fanno capire bene che le verdure non sono un semplice accompagnamento, ma sono una parte fondamentale del nostro pasto. Altro punto a favore del piatto unico è che condiamo una volta sola, sia come olio che come sale. Sebbene l’olio faccia molto bene (soprattutto l’olio extravergine italiano di cui dobbiamo proprio andare fieri), se hai tre piatti come ad esempio antipasto, secondo e contorno, utilizzerai molto più olio nel condire tre piatti separati che averli tutti in un unico piatto. Un filo d’olio moltiplicato per tre diventa a volte un bel “filone” d’olio e a volte neanche ce ne accorgiamo. Altro vantaggio: la praticità del pasto. Se prepari tutto la sera prima, non dovrai fare altro che mischiare tutto e portare a lavoro in un unico contenitore. Ed in questo caso, forse non hai pensato ad un altro vantaggio, che può sembrare stupido ma ti assicuro che non lo: mettere tutto in un solo piatto (o contenitore) ti aiuterà vederlo molto ma molto più pieno! Quindi anche solo a livello visivo e mentale ti sembrerà di mangiare parecchio di più e ti sentirai più sazio/a.

Prima ti dicevo che mescolando tutti gli ingredienti andiamo ad ottenere una combinazione di sapori cosicché anche un riso scondito con dei fagioli e delle verdure diventi molto buono. Impariamo a mischiare i vari ingredienti e solo a questo punto mettiamo il nostro filo d’olio. Ti assicuro che ne utilizzerai molto meno. E’ comprensibile che in un Paese come il nostro possa risultare complesso accettare di mangiare con il piatto unico perché la nostra vita è molto legata alla tavola, alla condivisione e fa parte proprio della nostra cultura. Io stessa farei fatica ad andare al ristorante e trovare sul menù: “antipasti, primi, secondi e piatti unici”…sarebbe davvero molto strano. Ma attenzione…riflettiamo…esaltare il piatto unico non vuol dire demonizzare antipasti, primi e secondi. Non dobbiamo assolutamente cambiare le nostre abitudini…dobbiamo solamente rimuovere il paraocchi e capire che si possono inserire nuove abitudini nella nostra vita senza perderne di vecchie, ma pur sempre di buone abitudini si tratta!!! Possono coesistere e andare d’accordo tra loro. Non esiste solo un modo di mangiare. Il piatto unico è una buona opzione da prendere in considerazione per qualcuno dei tuoi pasti, magari non per tutti, come sempre la regola base deve essere l’equilibrio; non è che da oggi devi mangiare solo dei mappazzoni ma puoi iniziare ad introdurli una volta ogni tanto. Ti ricordo che la pokè bowl è un piatto unico: come mangi quella e ti senti alla moda puoi fare la stessa cosa con un bel mappazzone casalingo, comodamente seduto a casa con la tua famiglia.

E anche per oggi la nostra chiacchierata volge al termine. Spero di averti messo un po’ di curiosità e mi auguro che anche tu proverai prima o poi a prepararti un bel piatto unico. Io sono qui per qualsiasi suggerimento!!!

Un abbraccio.

A presto.

ALE

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